Monicaha creato una guida

Monica
Monicaha creato una guida

Visite turistiche

Piazza Maggiore, cuore di Bologna Basilica di San Petronio, la chiesa incompleta, i portali di Jacopo della Quercia, l'affresco di Maometto e la Meridiana più lunga del mondo. Palazzo Comunale con le Collezioni comunali d'Arte, affreschi meravigliosi tra cui la stanza a boscareccia e un panorama della Piazza molto bello. Saltuariamente visita dell'orologio. Fondamenta romane a fianco in Salaborsa Fontana Nettuno e la leggenda della pietra nera. Acquila Michelangelo e unità di misura del vecchio mercato. Palazzo Re Enzo e affreschi Quadrilatero e il gioco dell'eco con la sua leggenda.
499 lokale anbefaler
Piazza Maggiore
Piazza Maggiore
499 lokale anbefaler
Piazza Maggiore, cuore di Bologna Basilica di San Petronio, la chiesa incompleta, i portali di Jacopo della Quercia, l'affresco di Maometto e la Meridiana più lunga del mondo. Palazzo Comunale con le Collezioni comunali d'Arte, affreschi meravigliosi tra cui la stanza a boscareccia e un panorama della Piazza molto bello. Saltuariamente visita dell'orologio. Fondamenta romane a fianco in Salaborsa Fontana Nettuno e la leggenda della pietra nera. Acquila Michelangelo e unità di misura del vecchio mercato. Palazzo Re Enzo e affreschi Quadrilatero e il gioco dell'eco con la sua leggenda.
LE DUE TORRI TORRE ASINELLI 97,2O m. Si può salire per vedere un panorama mozzafiato La Torre fu costruita tra 1109 - 19 dalla famiglia omonima e passa al Comune già nel secolo successivo. Salendo i 498 gradini della sua scala interna, si giunge alla vetta da cui si può godere, dall’alto dei suoi 97,20 metri, di una spettacolare vista della città. TORRE GARISENDA 47m. La Torre Garisenda, coeva alla precedente, si differenzia per la minore altezza di soli 47 metri. È nota per la sua forte pendenza, dovuta al cedimento del terreno e delle fondamenta, tanto che Dante la inserì nel XXXI Canto dell’Inferno. Abbassata per timore di futuro crollo a metà del XIV secolo, è oggi oggetto di restauro. Non visitabile. Di 180 torri, Bologna la turrita, oggi ne rimangono solo 22. Cercatele tra le viuzze e i palazzi. LA LEGGENDA DELLE DUE TORRI: https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/leggenda-torri-bologna/
173 lokale anbefaler
Due Torri station
173 lokale anbefaler
LE DUE TORRI TORRE ASINELLI 97,2O m. Si può salire per vedere un panorama mozzafiato La Torre fu costruita tra 1109 - 19 dalla famiglia omonima e passa al Comune già nel secolo successivo. Salendo i 498 gradini della sua scala interna, si giunge alla vetta da cui si può godere, dall’alto dei suoi 97,20 metri, di una spettacolare vista della città. TORRE GARISENDA 47m. La Torre Garisenda, coeva alla precedente, si differenzia per la minore altezza di soli 47 metri. È nota per la sua forte pendenza, dovuta al cedimento del terreno e delle fondamenta, tanto che Dante la inserì nel XXXI Canto dell’Inferno. Abbassata per timore di futuro crollo a metà del XIV secolo, è oggi oggetto di restauro. Non visitabile. Di 180 torri, Bologna la turrita, oggi ne rimangono solo 22. Cercatele tra le viuzze e i palazzi. LA LEGGENDA DELLE DUE TORRI: https://www.greenme.it/vivere/arte-e-cultura/leggenda-torri-bologna/
Palazzo della Mercanzia con la piazzetta per far due chiacchiere. lato delle Due Torri si apre la piazza della Mercanzia. La piazza è uno spazio asimmetrico e trafficato su cui domina l’omonimo palazzo, splendido esempio di edificio gotico. Quest’ultimo venne eretto nel 1391 dove già in epoca romana era il foro dei mercanti, all’incrocio delle antiche via Emilia e via Salaria che portavano a Rimini e a Ravenna. Il progetto venne affidato al celebre architetto di San Petronio e di Palazzo Re Enzo, Antonio di Vincenzo. Qui il Comune insediò il tribunale mercantile a cui spettava, tra gli altri, il compito di giudicare sulle cause di tipo commerciale. Il balconcino di marmo posto sulla facciata serviva proprio per annunciare pubblicamente le sentenze, dopo che i rintocchi di una campana avevano chiamato a raccolta i cittadini. Chi era condannato per quella che oggi chiameremmo bancarotta fraudolenta veniva legato davanti alla colonna centrale della loggia. In tal modo, il fallito, era sottoposto all’umiliazione della vista dei passanti. Per decreto napoleonico nel 1811 fu collocata nel palazzo la Camera di Commercio, che vi ha ancora sede. Curiosità Il Palazzo custodisce le ricette originali di alcuni prodotti tipici della cucina bolognese. In particolare: misura e ricetta della vera tagliatella di Bologna, depositata il 16 aprile 1972; segreto e ricetta del vero ripieno dei tortellini di Bologna, depositata il 07 dicembre 1974; segreti e ricetta del ragù bolognese, depositata il 17 ottobre 1982; ricetta del certosino di Bologna, depositata il 23 giugno 2003; ricetta delle lasagne verdi bolognesi, depositata il 04 luglio 2003.    CASE ALBERICI RODONDI Il complesso delle case Alberici-Rodondi è situato in piazza della Mercanzia, proprio all’inizio di via Santo Stefano ed è certamente un angolo molto suggestivo della Bologna del 1200, dove non mancano i portici con colonne di legno, le finestre in cotto a sesto acuto, i grandi portali gotici e la torre che completa e collega il tutto con la sua scarna e spoglia struttura; l’insieme è poi fronteggiato dalla splendida architettura della Mercanzia, il che rende ancor più affascinante l’ambiente. Va subito detto che il tutto è troppo bello per essere completamente vero, ed infatti l’angolo di cui parliamo è stato completamente oggetto di restauro (e rivisitazione) negli anni venti, e ciò ha comportato alcuni “falsi d’autore” : IL balcone, bellissimo, che si affaccia su via Santo Stefano, ma che è completamente “inventato” e ultima colonna di sostegno che è in cemento reso a fintolegno. La Torre Alberici e la bottega che si apre alla sua base risalgono al 1297, come documenta lo straordinario sistema di chiusura a saracinesche, le catene e portoni si trasformano, quando sono aperti, in vetrine ed espositori. Non solo, ma quella bottega, aperta almeno fino a dieci anni fa, ha sempre esercitato il commercio di salumi e formaggi… un vero, tradizionale “Lardaròl” bolognese.
7 lokale anbefaler
Palazzo della Mercanzia
4 Piazza della Mercanzia
7 lokale anbefaler
Palazzo della Mercanzia con la piazzetta per far due chiacchiere. lato delle Due Torri si apre la piazza della Mercanzia. La piazza è uno spazio asimmetrico e trafficato su cui domina l’omonimo palazzo, splendido esempio di edificio gotico. Quest’ultimo venne eretto nel 1391 dove già in epoca romana era il foro dei mercanti, all’incrocio delle antiche via Emilia e via Salaria che portavano a Rimini e a Ravenna. Il progetto venne affidato al celebre architetto di San Petronio e di Palazzo Re Enzo, Antonio di Vincenzo. Qui il Comune insediò il tribunale mercantile a cui spettava, tra gli altri, il compito di giudicare sulle cause di tipo commerciale. Il balconcino di marmo posto sulla facciata serviva proprio per annunciare pubblicamente le sentenze, dopo che i rintocchi di una campana avevano chiamato a raccolta i cittadini. Chi era condannato per quella che oggi chiameremmo bancarotta fraudolenta veniva legato davanti alla colonna centrale della loggia. In tal modo, il fallito, era sottoposto all’umiliazione della vista dei passanti. Per decreto napoleonico nel 1811 fu collocata nel palazzo la Camera di Commercio, che vi ha ancora sede. Curiosità Il Palazzo custodisce le ricette originali di alcuni prodotti tipici della cucina bolognese. In particolare: misura e ricetta della vera tagliatella di Bologna, depositata il 16 aprile 1972; segreto e ricetta del vero ripieno dei tortellini di Bologna, depositata il 07 dicembre 1974; segreti e ricetta del ragù bolognese, depositata il 17 ottobre 1982; ricetta del certosino di Bologna, depositata il 23 giugno 2003; ricetta delle lasagne verdi bolognesi, depositata il 04 luglio 2003.    CASE ALBERICI RODONDI Il complesso delle case Alberici-Rodondi è situato in piazza della Mercanzia, proprio all’inizio di via Santo Stefano ed è certamente un angolo molto suggestivo della Bologna del 1200, dove non mancano i portici con colonne di legno, le finestre in cotto a sesto acuto, i grandi portali gotici e la torre che completa e collega il tutto con la sua scarna e spoglia struttura; l’insieme è poi fronteggiato dalla splendida architettura della Mercanzia, il che rende ancor più affascinante l’ambiente. Va subito detto che il tutto è troppo bello per essere completamente vero, ed infatti l’angolo di cui parliamo è stato completamente oggetto di restauro (e rivisitazione) negli anni venti, e ciò ha comportato alcuni “falsi d’autore” : IL balcone, bellissimo, che si affaccia su via Santo Stefano, ma che è completamente “inventato” e ultima colonna di sostegno che è in cemento reso a fintolegno. La Torre Alberici e la bottega che si apre alla sua base risalgono al 1297, come documenta lo straordinario sistema di chiusura a saracinesche, le catene e portoni si trasformano, quando sono aperti, in vetrine ed espositori. Non solo, ma quella bottega, aperta almeno fino a dieci anni fa, ha sempre esercitato il commercio di salumi e formaggi… un vero, tradizionale “Lardaròl” bolognese.
La Basilica di Santo Stefano a Bologna La basilica di Santo Stefano di Bologna è uno dei luoghi più caratteristi della città, conosciuto anche come Sette Chiese di Bologna. La chiesa di Santo Stefano sorge su un antico tempio pagano dedicato ad Iside, e avrebbe dovuto imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Delle sette chiese oggi ne rimangono quattro, e soltanto una ha portato il nome di Santo Stefano, tra il V e l' VIII secolo Dalla piazza Santo Stefano si ha la visione delle tre chiese: del Crocifisso, del Sepolcro e dei Santi Vitale e Agricola. La Basilica di S.Stefano è composta da: - Chiesa del Crocifisso La chiesa del Crocifisso risale all'VIII secolo: è costituita da una sola navata con volta a capriata e presbiterio sopraelevato sulla cripta. A sinistra, il Compianto sul Cristo morto opera di Piò, creata con l'impasto delle carte da gioco requisite; al centro si trova il Crocifisso, opera di Simone dei Crocifissi risalente al 1380 circa, mentre alle pareti affreschi del XV secolo con il Martirio di santo Stefano. Sotto il presbiterio si trova una colonna che, secondo la leggenda, documenta l'altezza di Gesù: un metro e settanta. -La basilica del Sepolcro La chiesa risale V secolo, fu costruita dal vescovo Petronio simile del S. Sepolcro di Gerusalemme. All’interno della basilica ci sono 12 colonne di marmo e laterizio, mentre al centro si trova un'edicola che custodiva le reliquie di San Petronio, rinvenute nel 1141. In antichità era possibile strisciarci dentro per venerare i resti del santo. Nel 2000 i resti di san Petronio sono stati traferiti nella basilica di San Petronio. -Basilica dei protomartiri San Vitale e Sant'Agricola È la basilica più antica dedicata ai santi Vitale e Agricola e ne custodiva le reliquie. -Cortile di Pilato Uscendo dalla chiesa del Sepolcro si accede al Cortile di Pilato. Al centro c'è una vasca in pietra calcarea chiamata Catino di Pilato, copia del bacile dove il Prefetto si lavo' le mani nella condanna di Gesù. -Chiesa della Trinità con il presepio più antico Doveva essere edificata in forma di basilica a 5 navate com'era in origine il Santo Sepolcro, ma rimase incompiuto. All’interno della chiesa il più antico presepio in legno composto da statue a grandezza d'uomo. -Il chiostro medievale Su due piani: quello inferiore, prima del Mille, con ampie aperture ad arco preromaniche; quello superiore è un colonnato in stile romanico della metà del XII secolo. I capitelli mostruosi, si narra, avrebbero ispirato alcune forme di espiazione descritte nel Purgatorio al giovane Dante Alighieri. Dal chiostro è visibile il campanile originario del XIII secolo, sopraelevato nell'Ottocento. -Museo di Santo Stefano Nasce a seguito dei restauri alla fine dell'800 ed ospita paramenti sacri e reliquiari, dipinti e affreschi di scuola bolognese, veneta e toscana tra il XIII e il XVIII secolo. L’ingresso al museo di Santo Stefano di Bologna è gratuito.
84 lokale anbefaler
Basilica Santo Stefano
24 Via Santo Stefano
84 lokale anbefaler
La Basilica di Santo Stefano a Bologna La basilica di Santo Stefano di Bologna è uno dei luoghi più caratteristi della città, conosciuto anche come Sette Chiese di Bologna. La chiesa di Santo Stefano sorge su un antico tempio pagano dedicato ad Iside, e avrebbe dovuto imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Delle sette chiese oggi ne rimangono quattro, e soltanto una ha portato il nome di Santo Stefano, tra il V e l' VIII secolo Dalla piazza Santo Stefano si ha la visione delle tre chiese: del Crocifisso, del Sepolcro e dei Santi Vitale e Agricola. La Basilica di S.Stefano è composta da: - Chiesa del Crocifisso La chiesa del Crocifisso risale all'VIII secolo: è costituita da una sola navata con volta a capriata e presbiterio sopraelevato sulla cripta. A sinistra, il Compianto sul Cristo morto opera di Piò, creata con l'impasto delle carte da gioco requisite; al centro si trova il Crocifisso, opera di Simone dei Crocifissi risalente al 1380 circa, mentre alle pareti affreschi del XV secolo con il Martirio di santo Stefano. Sotto il presbiterio si trova una colonna che, secondo la leggenda, documenta l'altezza di Gesù: un metro e settanta. -La basilica del Sepolcro La chiesa risale V secolo, fu costruita dal vescovo Petronio simile del S. Sepolcro di Gerusalemme. All’interno della basilica ci sono 12 colonne di marmo e laterizio, mentre al centro si trova un'edicola che custodiva le reliquie di San Petronio, rinvenute nel 1141. In antichità era possibile strisciarci dentro per venerare i resti del santo. Nel 2000 i resti di san Petronio sono stati traferiti nella basilica di San Petronio. -Basilica dei protomartiri San Vitale e Sant'Agricola È la basilica più antica dedicata ai santi Vitale e Agricola e ne custodiva le reliquie. -Cortile di Pilato Uscendo dalla chiesa del Sepolcro si accede al Cortile di Pilato. Al centro c'è una vasca in pietra calcarea chiamata Catino di Pilato, copia del bacile dove il Prefetto si lavo' le mani nella condanna di Gesù. -Chiesa della Trinità con il presepio più antico Doveva essere edificata in forma di basilica a 5 navate com'era in origine il Santo Sepolcro, ma rimase incompiuto. All’interno della chiesa il più antico presepio in legno composto da statue a grandezza d'uomo. -Il chiostro medievale Su due piani: quello inferiore, prima del Mille, con ampie aperture ad arco preromaniche; quello superiore è un colonnato in stile romanico della metà del XII secolo. I capitelli mostruosi, si narra, avrebbero ispirato alcune forme di espiazione descritte nel Purgatorio al giovane Dante Alighieri. Dal chiostro è visibile il campanile originario del XIII secolo, sopraelevato nell'Ottocento. -Museo di Santo Stefano Nasce a seguito dei restauri alla fine dell'800 ed ospita paramenti sacri e reliquiari, dipinti e affreschi di scuola bolognese, veneta e toscana tra il XIII e il XVIII secolo. L’ingresso al museo di Santo Stefano di Bologna è gratuito.
Particolare passaggio che collega Piazza S. Stefano a Strada Maggiore inaugurato nel 1995 a seguito del restauro curato dall'architetto Marina di Mottola del complesso dei palazzi Isolani, di proprietà dei fratelli Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani. L'ingresso su Strada Maggiore è dominato dal portico ligneo tardo romanico in stile bolognese. A questo è legata la leggenda delle frecce sul soffitto ancora visibili... Attraversando cortili e androni sui quali si affacciano negozi, uffici e residenze si giunge sulla Piazza Santo Stefano. Su questo lato, a dare il benvenuto a chi entra nella corte è il Palazzo Isolani già Bolognini, edificato tra il 1451 e il 1455 su disegno dell'architetto toscano Pagno di Lapo Portigiani. Notevoli sono gli affreschi e la scala elicoidale. La leggenda delle 3 frecce In strada Maggiore, alzando la testa, si possono notare (2) frecce incastrate nel soffitto ligneo. La leggenda narra che una donna venne accusata del tradimento da suo marito che ingaggio' degli arcieri assassini. La stanza della donna si trovava nella casa di fronte: gli arcieri scagliarono alcune frecce proprio mentre questa si affacciava nuda, sbagliando alla visione, clamorosamente la mira. Vi sono però altre leggende: uno scontro armato tra due nobili le cui frecce si conficcarono nel portico, distratti sempre da una donna nuda affacciata; Lo scherzo a Raffaele Faccioli che nel 1877 si era occupato del restauro di casa Isolani. L’obiettivo era quello di rovinare il lavoro da lui compiuto.
36 lokale anbefaler
Corte Isolani
18 Via Santo Stefano
36 lokale anbefaler
Particolare passaggio che collega Piazza S. Stefano a Strada Maggiore inaugurato nel 1995 a seguito del restauro curato dall'architetto Marina di Mottola del complesso dei palazzi Isolani, di proprietà dei fratelli Gualtiero e Francesco Cavazza Isolani. L'ingresso su Strada Maggiore è dominato dal portico ligneo tardo romanico in stile bolognese. A questo è legata la leggenda delle frecce sul soffitto ancora visibili... Attraversando cortili e androni sui quali si affacciano negozi, uffici e residenze si giunge sulla Piazza Santo Stefano. Su questo lato, a dare il benvenuto a chi entra nella corte è il Palazzo Isolani già Bolognini, edificato tra il 1451 e il 1455 su disegno dell'architetto toscano Pagno di Lapo Portigiani. Notevoli sono gli affreschi e la scala elicoidale. La leggenda delle 3 frecce In strada Maggiore, alzando la testa, si possono notare (2) frecce incastrate nel soffitto ligneo. La leggenda narra che una donna venne accusata del tradimento da suo marito che ingaggio' degli arcieri assassini. La stanza della donna si trovava nella casa di fronte: gli arcieri scagliarono alcune frecce proprio mentre questa si affacciava nuda, sbagliando alla visione, clamorosamente la mira. Vi sono però altre leggende: uno scontro armato tra due nobili le cui frecce si conficcarono nel portico, distratti sempre da una donna nuda affacciata; Lo scherzo a Raffaele Faccioli che nel 1877 si era occupato del restauro di casa Isolani. L’obiettivo era quello di rovinare il lavoro da lui compiuto.
Assolutamente da visitare https://www.bolognawelcome.com/it/luoghi/musei-e-gallerie-darte/museo-internazionale-e-biblioteca-della-musica Il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, inaugurato nel 2004, ha sede nel centro storico di Bologna all’interno del prestigioso Palazzo Sanguinetti e ospita un percorso espositivo molto vario. Le sale, splendidamente affrescate, del palazzo che ospitò anche Gioacchino Rossini custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal ‘500 al ‘700, per i suoi incunaboli, i preziosi manoscritti, i libretti d’opera, nonché per la singolare raccolta di autografi e lettere, frutto di un carteggio tenuto da Padre Martini, padre spirituale del Museo, con personaggi eminenti, studiosi e musicisti d’epoca. Oltre alla sale, il Museo ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del famoso liutaio bolognese Otello Bignami, donato dagli eredi al Museo della Musica, di una sala eventi, di postazioni multimediali, laboratori didattici, di uno spazio mostre temporanee e di un bookshop. Nella sala 3 è inoltre possibile ammirare il Ritratto di Wolfgang Amadé Mozart (1777).  Il celebre compositore si recò, a soli 14 anni, a Bologna per incontrare uno dei migliori insegnanti d'Europa: Padre Giambattista Martini. Mozart passò l'estate del 1770 a studiare con il suo maestro bolognese in vista dell'esame per entrare nell'Accademia Filarmonica. Il museo Museo Internazionale e Biblioteca della Musica fa parte del circuito della Bologna Welcome Card. Per i possessori della Card l'accesso è gratuito Museo Internazionale e Biblioteca della Musica c/o Palazzo Aldini Sanguinetti, Strada Maggiore 34, 40125 Ingresso Intero€ 5,00Ridotto€ 3,00 Gratuito per i possessori Card Cultura e di Bologna Welcome Card.
53 lokale anbefaler
International Museum and Library of Music
34 Str. Maggiore
53 lokale anbefaler
Assolutamente da visitare https://www.bolognawelcome.com/it/luoghi/musei-e-gallerie-darte/museo-internazionale-e-biblioteca-della-musica Il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, inaugurato nel 2004, ha sede nel centro storico di Bologna all’interno del prestigioso Palazzo Sanguinetti e ospita un percorso espositivo molto vario. Le sale, splendidamente affrescate, del palazzo che ospitò anche Gioacchino Rossini custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal ‘500 al ‘700, per i suoi incunaboli, i preziosi manoscritti, i libretti d’opera, nonché per la singolare raccolta di autografi e lettere, frutto di un carteggio tenuto da Padre Martini, padre spirituale del Museo, con personaggi eminenti, studiosi e musicisti d’epoca. Oltre alla sale, il Museo ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del famoso liutaio bolognese Otello Bignami, donato dagli eredi al Museo della Musica, di una sala eventi, di postazioni multimediali, laboratori didattici, di uno spazio mostre temporanee e di un bookshop. Nella sala 3 è inoltre possibile ammirare il Ritratto di Wolfgang Amadé Mozart (1777).  Il celebre compositore si recò, a soli 14 anni, a Bologna per incontrare uno dei migliori insegnanti d'Europa: Padre Giambattista Martini. Mozart passò l'estate del 1770 a studiare con il suo maestro bolognese in vista dell'esame per entrare nell'Accademia Filarmonica. Il museo Museo Internazionale e Biblioteca della Musica fa parte del circuito della Bologna Welcome Card. Per i possessori della Card l'accesso è gratuito Museo Internazionale e Biblioteca della Musica c/o Palazzo Aldini Sanguinetti, Strada Maggiore 34, 40125 Ingresso Intero€ 5,00Ridotto€ 3,00 Gratuito per i possessori Card Cultura e di Bologna Welcome Card.
Da vedere! Palazzo POGGI del XVI secolo su progetto di Pellegrino Tibaldi, autore anche di parte degli affreschi negli interni. Collezione dell’Istituto delle Scienze, fondato nel 1711 da Luigi Ferdinando Marsili, composta da una serie di sale tematiche, la sala dedicata all’arte orientale e l’aula Carducci. Museo delle navi Museo delle antiche carte geografiche Il Museo espone l'intera "Camera di Geografia e Nautica" dell'Istituto delle Scienze, costituita da preziosi modelli navali dei secoli XVII e XVIII e da carte geografiche d'epoca. Museo della Architettura Militare è dedicata agli esercizi militari e ospita schemi di fortificazione progettati e costruiti dai più eminenti ingegneri italiani, francesi e tedeschi. Le tavole lignee riproducono fortezze e piazzeforti esistenti o sistemi teorici di fortificazione, erano un importante strumento per lo studio dell'urbanistica dell'epoca. Museo di Anatomia umana Ospita le settecentesche cere anatomiche appartenute all'Istituto delle Scienze aggiunte alla collezione grazie a un’idea del cardinale Prospero Lambertini, arcivescovo di Bologna. Museo Ostetrico "GIOVAN ANTONIO GALLI" Il Museo, costituito da tavole anatomiche in cera, modelli d'argilla e strumenti chirurgici, fu ideato dal medico bolognese Giovan Antonio Galli (1708-1782). Il suo scopo era di informare l'ostetricia fra sapere scientifico e sapere pratico: medici e chirurghi detenevano il sapere teorico, mentre le levatrici poco istruite, assistevano le partorienti con l'aiuto della sola esperienza. Le cere servivano per imparare realmente a far partorire i bambini senza creare complicazioni. Museo di Storia Naturale la geologia, la mineralogia, la paleontologia, la botanica, la zoologia e l'anatomia comparata MUSEO DI FISICA La fama dell'Istituto delle Scienze fu in gran parte legata all'abbondanza e alla modernità delle attrezzature di cui erano dotate le stanze della Fisica. Alla prima donazione del Marsili, costituita da strumenti utili per lo studio dei fenomeni fisici legati all'astronomia e alla biologia, si aggiunsero nel corso del secolo nuovi materiali, grazie soprattutto all'intervento di Papa Benedetto XIV e, in seguito, del cardinale Gioannetti. MUSEO DELLA SPECOLA Il Museo è ospitato nelle stanze che nell'antica Specola, dedicate all'osservazione astronomica. Sono esposti gli strumenti usati dagli astronomi dell'Istituto dal 1704 ai primi dell'Ottocento. Nella Sala dei Globi si possono ammirare, tra gli altri, i globi del Blaeu e una sfera armillare di D. Lusverg, donata dal Papa Benedetto XIV. Bellissimo panorama di Bologna dalle finestre. Sala dedicata all'arte orientale Xilografie della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale. Oltre 500 stampe xilografiche giapponesi del XIX secolo, di Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi. Stampe teatrali di Osaka. 160 stampe xilografiche e libri illustrati giapponesi, 170 oggetti e da 34 pitture cinesi e giapponesi. Aula Carducci La cattedra di letteratura italiana dello Studium di Bologna venne assegnata a Giosuè Carducci nel 1860. Il poeta teneva le sue lezioni nell'aula a lui intitolata e ora restaurata. Via Zamboni 33 - 40126 Ingresso Intero Palazzo Poggi€ 5,00 Ridotto Palazzo Poggi€ 3,00 Intero Specola€ 5,00 Entrambi i musei sono gratuiti per Card Cultura
32 lokale anbefaler
Palazzo Poggi Museum
33 Via Zamboni
32 lokale anbefaler
Da vedere! Palazzo POGGI del XVI secolo su progetto di Pellegrino Tibaldi, autore anche di parte degli affreschi negli interni. Collezione dell’Istituto delle Scienze, fondato nel 1711 da Luigi Ferdinando Marsili, composta da una serie di sale tematiche, la sala dedicata all’arte orientale e l’aula Carducci. Museo delle navi Museo delle antiche carte geografiche Il Museo espone l'intera "Camera di Geografia e Nautica" dell'Istituto delle Scienze, costituita da preziosi modelli navali dei secoli XVII e XVIII e da carte geografiche d'epoca. Museo della Architettura Militare è dedicata agli esercizi militari e ospita schemi di fortificazione progettati e costruiti dai più eminenti ingegneri italiani, francesi e tedeschi. Le tavole lignee riproducono fortezze e piazzeforti esistenti o sistemi teorici di fortificazione, erano un importante strumento per lo studio dell'urbanistica dell'epoca. Museo di Anatomia umana Ospita le settecentesche cere anatomiche appartenute all'Istituto delle Scienze aggiunte alla collezione grazie a un’idea del cardinale Prospero Lambertini, arcivescovo di Bologna. Museo Ostetrico "GIOVAN ANTONIO GALLI" Il Museo, costituito da tavole anatomiche in cera, modelli d'argilla e strumenti chirurgici, fu ideato dal medico bolognese Giovan Antonio Galli (1708-1782). Il suo scopo era di informare l'ostetricia fra sapere scientifico e sapere pratico: medici e chirurghi detenevano il sapere teorico, mentre le levatrici poco istruite, assistevano le partorienti con l'aiuto della sola esperienza. Le cere servivano per imparare realmente a far partorire i bambini senza creare complicazioni. Museo di Storia Naturale la geologia, la mineralogia, la paleontologia, la botanica, la zoologia e l'anatomia comparata MUSEO DI FISICA La fama dell'Istituto delle Scienze fu in gran parte legata all'abbondanza e alla modernità delle attrezzature di cui erano dotate le stanze della Fisica. Alla prima donazione del Marsili, costituita da strumenti utili per lo studio dei fenomeni fisici legati all'astronomia e alla biologia, si aggiunsero nel corso del secolo nuovi materiali, grazie soprattutto all'intervento di Papa Benedetto XIV e, in seguito, del cardinale Gioannetti. MUSEO DELLA SPECOLA Il Museo è ospitato nelle stanze che nell'antica Specola, dedicate all'osservazione astronomica. Sono esposti gli strumenti usati dagli astronomi dell'Istituto dal 1704 ai primi dell'Ottocento. Nella Sala dei Globi si possono ammirare, tra gli altri, i globi del Blaeu e una sfera armillare di D. Lusverg, donata dal Papa Benedetto XIV. Bellissimo panorama di Bologna dalle finestre. Sala dedicata all'arte orientale Xilografie della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e del Centro Studi d'Arte Estremo-Orientale. Oltre 500 stampe xilografiche giapponesi del XIX secolo, di Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi. Stampe teatrali di Osaka. 160 stampe xilografiche e libri illustrati giapponesi, 170 oggetti e da 34 pitture cinesi e giapponesi. Aula Carducci La cattedra di letteratura italiana dello Studium di Bologna venne assegnata a Giosuè Carducci nel 1860. Il poeta teneva le sue lezioni nell'aula a lui intitolata e ora restaurata. Via Zamboni 33 - 40126 Ingresso Intero Palazzo Poggi€ 5,00 Ridotto Palazzo Poggi€ 3,00 Intero Specola€ 5,00 Entrambi i musei sono gratuiti per Card Cultura 
Museo Civico Archeologico Il Museo Civico Archeologico, ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani a pochi passi da Piazza Maggiore. Aperto al pubblico nel 1881, è noto soprattutto per la sua collezione egizia, la terza d’Italia e tra le più importanti d’Europa. La sezione romana, greca e etrusco-italica, documentano lo sviluppo di Felsina. Completano il Museo una Gipsoteca, la sezione Gallica e una delle collezioni numismatiche più importanti del paese. Il Museo Civico Archeologico fa parte del circuito della Bologna Welcome Card. Per i possessori della Card l'accesso è gratuito.  Museo Civico Archeologico Via dell'Archiginnasio 2 40124 Bologna Intero€ 6 Ridotto€ 3 / € 2
128 lokale anbefaler
Civic Archaeological Museum
2 Via dell'Archiginnasio
128 lokale anbefaler
Museo Civico Archeologico Il Museo Civico Archeologico, ha sede nel quattrocentesco Palazzo Galvani a pochi passi da Piazza Maggiore. Aperto al pubblico nel 1881, è noto soprattutto per la sua collezione egizia, la terza d’Italia e tra le più importanti d’Europa. La sezione romana, greca e etrusco-italica, documentano lo sviluppo di Felsina. Completano il Museo una Gipsoteca, la sezione Gallica e una delle collezioni numismatiche più importanti del paese. Il Museo Civico Archeologico fa parte del circuito della Bologna Welcome Card. Per i possessori della Card l'accesso è gratuito.  Museo Civico Archeologico Via dell'Archiginnasio 2 40124 Bologna Intero€ 6 Ridotto€ 3 / € 2
ARCHIGINNASIO Ospita dal 1838 la Biblioteca Comunale. Il Palazzo fu fatto costruire dal Cardinale Borromeo fra il 1562 e il 1563 su progetto dell'architetto Antonio Morandi detto il Terribilia come sede dell’Università (fino al 1803). Fu gravemente danneggiato da un bombardamento nel 1944 . Due ampi scaloni conducono al piano superiore che presenta aule scolastiche (oggi non visitabili) e due aule magne una per gli Artisti (oggi sala di Lettura) e una per i Legisti (detta Sala dello Stabat Mater). Molto noto è il Teatro Anatomico, costruito in legno intagliato da Antonio Levante nel 1637 per l'insegnamento dell'anatomia. Al suo interno si trovano le famose statue degli Spellati di Ercole Lelli
164 lokale anbefaler
Archiginnasio i Bologna
1 Piazza Galvani
164 lokale anbefaler
ARCHIGINNASIO Ospita dal 1838 la Biblioteca Comunale. Il Palazzo fu fatto costruire dal Cardinale Borromeo fra il 1562 e il 1563 su progetto dell'architetto Antonio Morandi detto il Terribilia come sede dell’Università (fino al 1803). Fu gravemente danneggiato da un bombardamento nel 1944 . Due ampi scaloni conducono al piano superiore che presenta aule scolastiche (oggi non visitabili) e due aule magne una per gli Artisti (oggi sala di Lettura) e una per i Legisti (detta Sala dello Stabat Mater). Molto noto è il Teatro Anatomico, costruito in legno intagliato da Antonio Levante nel 1637 per l'insegnamento dell'anatomia. Al suo interno si trovano le famose statue degli Spellati di Ercole Lelli
Il Museo Civico Medievale ha sede dal 1985 in Palazzo Ghisilardi-Fava. Testimonianze del Medioevo cittadino, a partire dagli antichi manufatti altomedievali del VII-IX secolo, opere di alcuni dei più importanti artisti di Bologna durante il Quattrocento e il Cinquecento. Ricca raccolta di armi, di avori e vetri, e antichi codici miniati. Museo Civico Medievale Via Manzoni, 4 - 40121 Ingresso Intero € 6,00 Ridotto€ 3,00 / € 2,00
68 lokale anbefaler
Middelaldermuseum
4 Via Manzoni
68 lokale anbefaler
Il Museo Civico Medievale ha sede dal 1985 in Palazzo Ghisilardi-Fava. Testimonianze del Medioevo cittadino, a partire dagli antichi manufatti altomedievali del VII-IX secolo, opere di alcuni dei più importanti artisti di Bologna durante il Quattrocento e il Cinquecento. Ricca raccolta di armi, di avori e vetri, e antichi codici miniati. Museo Civico Medievale Via Manzoni, 4 - 40121 Ingresso Intero € 6,00 Ridotto€ 3,00 / € 2,00
Palazzo di epoca precedente, i Fava ne entrano in possesso nel 1546 . Nel 1584 i Carracci, vennero ingaggiati per decorare tre sale del piano nobile del palazzo con il fregio dedicato al mito di Giasone, di Europa e alcune storie tratte dall'Eneide. Vi furono altri rimaneggiamenti dal Conte Carlo Fava e a fine '700 si persero numerosi affreschi imbiancandoli. Nello stesso periodo si effettuarono scavi archeologici che portarono alla luce le due colonne in marmo di epoca romana, oggi situate all'entrata del palazzo. Una volta estinto il ramo Fava-Ghisilieri, la proprietà passò alla Famiglia Medica, divenne poi sede dell'Istituto dei Beni Culturali e Naturali dell'Emilia Romagna, mentre alcune sale, fra cui quelle contenenti l'affresco con il mito di Europa, divennero di proprietà del Grand Hotel Majestic (già Baglioni) . Nel 2005 il palazzo venne acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l'intento di ristrutturarlo per realizzare un palazzo delle esposizioni della città. Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni Via Manzoni 2 40121 Bologna Ingresso Intero € 10 Ridotto € 7 / € 4
26 lokale anbefaler
Palazzo Fava
2 Via Manzoni
26 lokale anbefaler
Palazzo di epoca precedente, i Fava ne entrano in possesso nel 1546 . Nel 1584 i Carracci, vennero ingaggiati per decorare tre sale del piano nobile del palazzo con il fregio dedicato al mito di Giasone, di Europa e alcune storie tratte dall'Eneide. Vi furono altri rimaneggiamenti dal Conte Carlo Fava e a fine '700 si persero numerosi affreschi imbiancandoli. Nello stesso periodo si effettuarono scavi archeologici che portarono alla luce le due colonne in marmo di epoca romana, oggi situate all'entrata del palazzo. Una volta estinto il ramo Fava-Ghisilieri, la proprietà passò alla Famiglia Medica, divenne poi sede dell'Istituto dei Beni Culturali e Naturali dell'Emilia Romagna, mentre alcune sale, fra cui quelle contenenti l'affresco con il mito di Europa, divennero di proprietà del Grand Hotel Majestic (già Baglioni) . Nel 2005 il palazzo venne acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l'intento di ristrutturarlo per realizzare un palazzo delle esposizioni della città. Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni Via Manzoni 2 40121 Bologna Ingresso Intero € 10 Ridotto € 7 / € 4
Da vedere!!! All'interno della chiesa in Barocco bolognese, la cui cupola fu disegnata dal Bibiena, è custodito il famoso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, risalente alla seconda metà del Quattrocento e definito “urlo di pietra” da Gabriele D’Annunzio. Accanto alla chiesa l’Oratorio, è possibile ammirare il gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi.
85 lokale anbefaler
Santa Maria della Vita
8 Via Clavature
85 lokale anbefaler
Da vedere!!! All'interno della chiesa in Barocco bolognese, la cui cupola fu disegnata dal Bibiena, è custodito il famoso Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell’Arca, risalente alla seconda metà del Quattrocento e definito “urlo di pietra” da Gabriele D’Annunzio. Accanto alla chiesa l’Oratorio, è possibile ammirare il gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi.
Museo sito in Via Riva Reno,aperto solo fine settimana. Una collezione privata di bellissime bambole fino ai giorni d'oggi Consiglio!
Museo delle Bambole
79 Via Riva di Reno
Museo sito in Via Riva Reno,aperto solo fine settimana. Una collezione privata di bellissime bambole fino ai giorni d'oggi Consiglio!
Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini Strada Maggiore, 44 40125 Bologna All’interno dell’imponente palazzo eretto per volere di Camillo Bargellini tra il 1638 e il 1658, su disegno dell’architetto Bartolomeo Provaglia, e decorato sul portale d’ingresso da due grandi atlanti, opera degli scultori Gabriele Brunelli e Francesco Agnesini, sorse dal 1920 il museo, per volere dell’allora Soprintendente alle Gallerie, Francesco Malaguzzi Valeri. L’ideatore aveva stabilito la Quadreria Davia Bargellini e la raccolta d’arti applicate - nell’intento di dare vita ad un appartamento arredato del Settecento bolognese, nel quale accanto a mobili e suppellettili di pregio si dispongono anche oggetti rari, come lo scenografico teatrino per marionette e l’incantevole riproduzione in miniatura dell’interno di una abitazione privata del XVIII secolo. La galleria dei dipinti, uno dei rari esempi ancora integri di collezionismo storico cittadino, proveniente in gran parte dalla famiglia Bargellini, introduce – con opere come la tavola della Madonna dei Denti di Vitale da Bologna, firmata e datata 1345, la Pietà di Simone dei Crocefissi e la Madonna con Bambino di Cristoforo da Bologna – alla grande stagione del Trecento bolognese che giocò un ruolo di primaria importanza nell’Europa tardo-medievale. La cultura tardogotica bolognese è rappresentata da opere come il San Giovanni Battista di Jacopo di Paolo e l’Evangelista di Michele di Matteo. Altri interessanti dipinti recano testimonianza delle vivaci vicende artistiche cittadine dal XV fino al XVIII secolo: significative sono le opere che illustrano i rapporti fra padri e figli all’interno delle botteghe a gestione familiare (Prospero e Lavinia Fontana, Giuseppe Maria e Luigi Crespi). Alla committenza dei Bargellini si devono alcuni ritratti di autorevoli componenti del casato, realizzati da Bartolomeo Passerotti e numerose tele di tema sacro e profano richieste a Marcantonio Franceschini, ancora inserite all’interno delle belle cornici originali. La scultura bolognese è documentata da un’ampia rassegna di opere dal XVI al XIX secolo, appartenenti alla prolifica tradizione della coroplastica. Importante nucleo del museo, la raccolta di oggetti di arte applicata, “curiosità della vecchia Bologna” di varia provenienza, che secondo Malaguzzi Valeri dovevano più direttamente rispondere a quell’idea di “arte e industria” posta alla base della creazione del museo, ha finito per dare vita ad una singolare collezione in cui accanto a numerosi ferri battuti, bronzi ornamentali, chiavi e paramenti liturgici finemente ricamati, trova spazio una Berlina di Gala, carrozza tardo settecentesca, straordinariamente dipinta e dorata, con intagliato lo stemma cardinalizio di Filippo de Angelis (1792-1872), molto probabilmente proveniente dalla collezione della famiglia Pepoli. Anche la ceramica graffita occupa, con le sue testimonianze, un ruolo di assoluta rilevanza, passando dai boccali trecenteschi di fabbricazione romagnola e centro-italiana, ad opere bolognesi risalenti all’età dei Bentivoglio, rinvenute durante gli scavi di inizio Novecento nel centro cittadino, durante la costruzione di un edificio dove originariamente sorgeva una antica fornace.   Orari e Modalità d'accesso martedì dalle 10.00 alle 15.00 mercoledì dalle 10.00 alle 15.00 giovedì dalle 10.00 alle 15.00 venerdì dalle 14.00 alle 18.00 sabato dalle 10.00 alle 18.30 domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.30 chiuso: lunedì non festivi, 1° maggio e Natale Ingresso gratuito
13 lokale anbefaler
Civic Museum of Industrial Art and Davìa Bargellini Gallery
44 Str. Maggiore
13 lokale anbefaler
Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini Strada Maggiore, 44 40125 Bologna All’interno dell’imponente palazzo eretto per volere di Camillo Bargellini tra il 1638 e il 1658, su disegno dell’architetto Bartolomeo Provaglia, e decorato sul portale d’ingresso da due grandi atlanti, opera degli scultori Gabriele Brunelli e Francesco Agnesini, sorse dal 1920 il museo, per volere dell’allora Soprintendente alle Gallerie, Francesco Malaguzzi Valeri. L’ideatore aveva stabilito la Quadreria Davia Bargellini e la raccolta d’arti applicate - nell’intento di dare vita ad un appartamento arredato del Settecento bolognese, nel quale accanto a mobili e suppellettili di pregio si dispongono anche oggetti rari, come lo scenografico teatrino per marionette e l’incantevole riproduzione in miniatura dell’interno di una abitazione privata del XVIII secolo. La galleria dei dipinti, uno dei rari esempi ancora integri di collezionismo storico cittadino, proveniente in gran parte dalla famiglia Bargellini, introduce – con opere come la tavola della Madonna dei Denti di Vitale da Bologna, firmata e datata 1345, la Pietà di Simone dei Crocefissi e la Madonna con Bambino di Cristoforo da Bologna – alla grande stagione del Trecento bolognese che giocò un ruolo di primaria importanza nell’Europa tardo-medievale. La cultura tardogotica bolognese è rappresentata da opere come il San Giovanni Battista di Jacopo di Paolo e l’Evangelista di Michele di Matteo. Altri interessanti dipinti recano testimonianza delle vivaci vicende artistiche cittadine dal XV fino al XVIII secolo: significative sono le opere che illustrano i rapporti fra padri e figli all’interno delle botteghe a gestione familiare (Prospero e Lavinia Fontana, Giuseppe Maria e Luigi Crespi). Alla committenza dei Bargellini si devono alcuni ritratti di autorevoli componenti del casato, realizzati da Bartolomeo Passerotti e numerose tele di tema sacro e profano richieste a Marcantonio Franceschini, ancora inserite all’interno delle belle cornici originali. La scultura bolognese è documentata da un’ampia rassegna di opere dal XVI al XIX secolo, appartenenti alla prolifica tradizione della coroplastica. Importante nucleo del museo, la raccolta di oggetti di arte applicata, “curiosità della vecchia Bologna” di varia provenienza, che secondo Malaguzzi Valeri dovevano più direttamente rispondere a quell’idea di “arte e industria” posta alla base della creazione del museo, ha finito per dare vita ad una singolare collezione in cui accanto a numerosi ferri battuti, bronzi ornamentali, chiavi e paramenti liturgici finemente ricamati, trova spazio una Berlina di Gala, carrozza tardo settecentesca, straordinariamente dipinta e dorata, con intagliato lo stemma cardinalizio di Filippo de Angelis (1792-1872), molto probabilmente proveniente dalla collezione della famiglia Pepoli. Anche la ceramica graffita occupa, con le sue testimonianze, un ruolo di assoluta rilevanza, passando dai boccali trecenteschi di fabbricazione romagnola e centro-italiana, ad opere bolognesi risalenti all’età dei Bentivoglio, rinvenute durante gli scavi di inizio Novecento nel centro cittadino, durante la costruzione di un edificio dove originariamente sorgeva una antica fornace.   Orari e Modalità d'accesso martedì dalle 10.00 alle 15.00 mercoledì dalle 10.00 alle 15.00 giovedì dalle 10.00 alle 15.00 venerdì dalle 14.00 alle 18.00 sabato dalle 10.00 alle 18.30 domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.30 chiuso: lunedì non festivi, 1° maggio e Natale Ingresso gratuito
Museo Civico del Risorgimento  Piazza Carducci 5 40125 Bologna Il museo è dedicato alla storia del Risorgimento italiano e alle vicende storiche che hanno portato all'Unità d'Italia. La sua collezione comprende documenti, oggetti, uniformi, armi, dipinti, sculture e fotografie che illustrano il periodo risorgimentale italiano.. La datazione dei reperti è ascrivibile a un periodo compreso tra la prima discesa di Napoleone in Italia (1796) e la prima guerra mondiale (1918), con particolare attenzione ai cimeli legati al territorio. Il Museo Civico del Risorgimento di Bologna è uno dei musei più importanti e visitati della città di Bologna e offre ai visitatori l'opportunità di conoscere meglio la storia e le vicende del Risorgimento italiano. Vi ha, inoltre, sede dell'Area Storia e Memoria di Bologna con portale e canale YouTube ufficiali presenti on-line. Orari: aperto martedì e giovedì ore 9-13; venerdì ore 15-19; sabato - domenica e festivi ore 10-18. Chiuso lunedì e mercoledì. Chiuso lunedì 1 Maggio; da lunedì 17 luglio a venerdì 1 settembre 2023 compresi. Il biglietto consente di visitare il Museo del Risorgimento, il Museo di Casa Carducci, il Giardino memoriale e le eventuali mostre temporanee. Biglietto intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale € 2 giovani 18-25 anni.
7 lokale anbefaler
Bologna City Museum of the Risorgimento
5 Piazza Giosuè Carducci
7 lokale anbefaler
Museo Civico del Risorgimento  Piazza Carducci 5 40125 Bologna Il museo è dedicato alla storia del Risorgimento italiano e alle vicende storiche che hanno portato all'Unità d'Italia. La sua collezione comprende documenti, oggetti, uniformi, armi, dipinti, sculture e fotografie che illustrano il periodo risorgimentale italiano.. La datazione dei reperti è ascrivibile a un periodo compreso tra la prima discesa di Napoleone in Italia (1796) e la prima guerra mondiale (1918), con particolare attenzione ai cimeli legati al territorio. Il Museo Civico del Risorgimento di Bologna è uno dei musei più importanti e visitati della città di Bologna e offre ai visitatori l'opportunità di conoscere meglio la storia e le vicende del Risorgimento italiano. Vi ha, inoltre, sede dell'Area Storia e Memoria di Bologna con portale e canale YouTube ufficiali presenti on-line. Orari: aperto martedì e giovedì ore 9-13; venerdì ore 15-19; sabato - domenica e festivi ore 10-18. Chiuso lunedì e mercoledì. Chiuso lunedì 1 Maggio; da lunedì 17 luglio a venerdì 1 settembre 2023 compresi. Il biglietto consente di visitare il Museo del Risorgimento, il Museo di Casa Carducci, il Giardino memoriale e le eventuali mostre temporanee. Biglietto intero € 5 | ridotto € 3 | ridotto speciale € 2 giovani 18-25 anni.
Orari: lun.-ven. 9-13; lun. e giov. 14.30-16.30 Biglietto: 5 euro Ridotto: 3 euro Descrizione Nel 1921, Albano Sorbelli discepolo di Carducci e direttore per molti anni della Biblioteca dell'Archiginnasio, a guidare il riordino del materiale librario ed archivistico e la ricostruzione fedele dell'ambiente di vita quotidiana del poeta. L'edificio, che risale al 1500, fu per almeno due secoli luogo di culto della Confraternita di Santa Maria della Pietà detta del Piombo. Nel 1798, in seguito alle soppressioni napoleoniche, i locali furono trasformati in abitazioni. Dal 1890 vi risiedette il Carducci, presente a Bologna fin dal 1860, anno in cui era stato chiamato ad insegnare Letteratura italiana all'Università. Acquistata, quando ancora era abitata dal poeta, dalla regina Margherita - proprio per evitare che andasse disperso il patrimonio raccolto in anni di studio - la dimora fu donata al Comune all'indomani della morte del Carducci, nel 1907. Decorato nello stile delle case borghesi di fine Ottocento, l'appartamento conserva l'assetto originario. L'elemento dominante è costituito dalla biblioteca ricca di quarantamila volumi e comprendente molte edizioni rare, ottocentottanta cinquecentine e testi commentati e annotati dallo stesso Carducci. I libri catalogati ed ordinati dal poeta, per autore o per materia, sono distribuiti in sei ambienti: autori stranieri nella sala d'ingresso, letteratura italiana del Sette-Ottocento e testi sul Risorgimento nella seconda sala; nello studio, intorno al tavolo da lavoro e alle pareti figurano la collezione di edizioni dantesche, classici latini e opere di consultazione. Libri sono disposti anche nella camera da letto e nella sala da pranzo. Nei quattro armadi del corridoio è conservato il materiale d'archivio con epistolari e manoscritti. Alle pareti, nelle varie stanze, sono visibili busti e ritratti carducciani. A fianco della palazzina, addossata alle mura urbiche è il giardino memoriale, dominato dal monumento al Carducci. Scolpito in marmo bianco di Carrara da Leonardo Bistolfi, fu inaugurato nel 1928: quattro pannelli raffiguranti complesse allegorie sull'opera letteraria e le vicende storiche risorgimentali fanno da sfondo ad una statua del poeta seduto in atteggiamento pensoso.
7 lokale anbefaler
Casa Carducci Museo e Biblioteca
5 Piazza Giosuè Carducci
7 lokale anbefaler
Orari: lun.-ven. 9-13; lun. e giov. 14.30-16.30 Biglietto: 5 euro Ridotto: 3 euro Descrizione Nel 1921, Albano Sorbelli discepolo di Carducci e direttore per molti anni della Biblioteca dell'Archiginnasio, a guidare il riordino del materiale librario ed archivistico e la ricostruzione fedele dell'ambiente di vita quotidiana del poeta. L'edificio, che risale al 1500, fu per almeno due secoli luogo di culto della Confraternita di Santa Maria della Pietà detta del Piombo. Nel 1798, in seguito alle soppressioni napoleoniche, i locali furono trasformati in abitazioni. Dal 1890 vi risiedette il Carducci, presente a Bologna fin dal 1860, anno in cui era stato chiamato ad insegnare Letteratura italiana all'Università. Acquistata, quando ancora era abitata dal poeta, dalla regina Margherita - proprio per evitare che andasse disperso il patrimonio raccolto in anni di studio - la dimora fu donata al Comune all'indomani della morte del Carducci, nel 1907. Decorato nello stile delle case borghesi di fine Ottocento, l'appartamento conserva l'assetto originario. L'elemento dominante è costituito dalla biblioteca ricca di quarantamila volumi e comprendente molte edizioni rare, ottocentottanta cinquecentine e testi commentati e annotati dallo stesso Carducci. I libri catalogati ed ordinati dal poeta, per autore o per materia, sono distribuiti in sei ambienti: autori stranieri nella sala d'ingresso, letteratura italiana del Sette-Ottocento e testi sul Risorgimento nella seconda sala; nello studio, intorno al tavolo da lavoro e alle pareti figurano la collezione di edizioni dantesche, classici latini e opere di consultazione. Libri sono disposti anche nella camera da letto e nella sala da pranzo. Nei quattro armadi del corridoio è conservato il materiale d'archivio con epistolari e manoscritti. Alle pareti, nelle varie stanze, sono visibili busti e ritratti carducciani. A fianco della palazzina, addossata alle mura urbiche è il giardino memoriale, dominato dal monumento al Carducci. Scolpito in marmo bianco di Carrara da Leonardo Bistolfi, fu inaugurato nel 1928: quattro pannelli raffiguranti complesse allegorie sull'opera letteraria e le vicende storiche risorgimentali fanno da sfondo ad una statua del poeta seduto in atteggiamento pensoso.